"Tre mele hanno cambiato la storia: quella di Eva, quella di Newton, quella di Jobs", ha scritto Aljazeera citando un utente Twitter, e questo riassume molto bene la vita di Steven Paul Jobs.
Non posso riassumere la sua vita meglio di come hanno fatto i giornali (i necrologi migliori mi paiono quelli del New York Times e di Edge); posso solo dire quanto hanno contato per me Jobs e le sue creazioni - ed altri aggiungeranno le loro considerazioni.
Sono sempre stato un utente Microsoft & Nokia, e pur vedendo che la Apple era la favorita dai grafici e dagli artisti, ho sempre pensato che i suoi prodotti non facessero per me - finché non ho comprato un iPhone 4.
E' un ottimo apparecchio, e la prima cosa che mi ha favorevolmente impressionato è la possibilità di scrivere in caratteri non latini (ho provato arabo, cinese ed ebraico) senza installare software aggiuntivo; ma ciò che mi è stato davvero utile è l'App Store, che mi ha permesso di scaricare molte applicazioni che mi forniscono utili notizie sul mondo LGBT.
Non è stato un caso: in America Human Rights Campaign pubblica una classifica delle aziende americane in base alla loro LGBT-friendliness, e la Apple è sempre stata in cima alla classifica; e quando Steve Jobs, ormai minato dal cancro, ha dovuto cedere lo scettro, lo ha dato a Timothy D. Cook, che in quel momento è diventato il gay dichiarato più potente d'America.
Infatti la Apple, che fino al 2000 circa vendeva soprattutto prodotti di nicchia, con le geniali invenzioni dell'iPod, dell'iPhone e dell'iPad è diventata la seconda azienda americana per capitalizzazione (valore totale delle azioni), e lo scorso agosto è riuscita per breve tempo ad essere la prima, surclassando nientedimeno che la Exxon!
L'LGBT-friendliness della Apple ha alimentato una leggenda che persiste ad onta delle smentite: che la famosa mela morsicata color arcobaleno che qui vedete
e fu il logo Apple dal 1976 al 1998, fosse un tributo allo sfortunato matematico inglese Alan Turing (1912-1954), che rese inestimabili servigi al suo paese costruendo macchine capaci di decifrare i messaggi segreti nazisti, ed a tutta l'umanità sviluppando la teoria dei computer digitali, detti infatti "macchine di Turing".
Purtroppo, codesti servigi non gli impedirono di essere processato per omosessualità e condannato alla castrazione chimica; Turing non resse alla vergogna e si uccise intingendo una mela nel cianuro e poi mordendola.
Tutto il mondo rimpiange Steve Jobs, anche chi è stato suo feroce avversario come Bill Gates, ed ora produce ottimo software per computer Apple; il tributo più curioso lo ha dato la Westboro Baptist Church.
Non ne linkiamo il sito perché il suo nome di dominio si può tradurre con "Dio odia le checche", e la dottrina di codesta chiesa non è meno ripugnante; codesta chiesa intende organizzare una piazzata ai funerali di Steve Jobs, probabilmente impugnando cartelli che diranno che Dio lo odiava perché non era omofobo.
E come ha convocato tutti i facinorosi per la piazzata? Con un messaggio partito da un iPhone!
Steve Jobs non ha cambiato solo la tecnologia, ma anche la nostra vita, tanto che perfino chi lo odia non può fare a meno delle sue creazioni. Ed il suo genio si condensa in questo aneddoto: quando gli fu chiesto a chi sarebbe mai servita un'iPad, egli rispose che non era compito del cliente sapere quello che voleva.
Raffaele Ladu
Non posso riassumere la sua vita meglio di come hanno fatto i giornali (i necrologi migliori mi paiono quelli del New York Times e di Edge); posso solo dire quanto hanno contato per me Jobs e le sue creazioni - ed altri aggiungeranno le loro considerazioni.
Sono sempre stato un utente Microsoft & Nokia, e pur vedendo che la Apple era la favorita dai grafici e dagli artisti, ho sempre pensato che i suoi prodotti non facessero per me - finché non ho comprato un iPhone 4.
E' un ottimo apparecchio, e la prima cosa che mi ha favorevolmente impressionato è la possibilità di scrivere in caratteri non latini (ho provato arabo, cinese ed ebraico) senza installare software aggiuntivo; ma ciò che mi è stato davvero utile è l'App Store, che mi ha permesso di scaricare molte applicazioni che mi forniscono utili notizie sul mondo LGBT.
Non è stato un caso: in America Human Rights Campaign pubblica una classifica delle aziende americane in base alla loro LGBT-friendliness, e la Apple è sempre stata in cima alla classifica; e quando Steve Jobs, ormai minato dal cancro, ha dovuto cedere lo scettro, lo ha dato a Timothy D. Cook, che in quel momento è diventato il gay dichiarato più potente d'America.
Infatti la Apple, che fino al 2000 circa vendeva soprattutto prodotti di nicchia, con le geniali invenzioni dell'iPod, dell'iPhone e dell'iPad è diventata la seconda azienda americana per capitalizzazione (valore totale delle azioni), e lo scorso agosto è riuscita per breve tempo ad essere la prima, surclassando nientedimeno che la Exxon!
L'LGBT-friendliness della Apple ha alimentato una leggenda che persiste ad onta delle smentite: che la famosa mela morsicata color arcobaleno che qui vedete
e fu il logo Apple dal 1976 al 1998, fosse un tributo allo sfortunato matematico inglese Alan Turing (1912-1954), che rese inestimabili servigi al suo paese costruendo macchine capaci di decifrare i messaggi segreti nazisti, ed a tutta l'umanità sviluppando la teoria dei computer digitali, detti infatti "macchine di Turing".
Purtroppo, codesti servigi non gli impedirono di essere processato per omosessualità e condannato alla castrazione chimica; Turing non resse alla vergogna e si uccise intingendo una mela nel cianuro e poi mordendola.
Tutto il mondo rimpiange Steve Jobs, anche chi è stato suo feroce avversario come Bill Gates, ed ora produce ottimo software per computer Apple; il tributo più curioso lo ha dato la Westboro Baptist Church.
Non ne linkiamo il sito perché il suo nome di dominio si può tradurre con "Dio odia le checche", e la dottrina di codesta chiesa non è meno ripugnante; codesta chiesa intende organizzare una piazzata ai funerali di Steve Jobs, probabilmente impugnando cartelli che diranno che Dio lo odiava perché non era omofobo.
E come ha convocato tutti i facinorosi per la piazzata? Con un messaggio partito da un iPhone!
Steve Jobs non ha cambiato solo la tecnologia, ma anche la nostra vita, tanto che perfino chi lo odia non può fare a meno delle sue creazioni. Ed il suo genio si condensa in questo aneddoto: quando gli fu chiesto a chi sarebbe mai servita un'iPad, egli rispose che non era compito del cliente sapere quello che voleva.
Raffaele Ladu
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