Incuriosito dalla sessualità femminile in generale e lesbica in particolare, ho letto questo libro:
che viene considerato fondamentale.
E' un bel libro, ma più per le indagini che suggerisce di intraprendere che per le conclusioni a cui arriva - perché le indagini compiute da Lisa Diamond, per quanto interessanti, avrebbero bisogno di essere replicate su scala maggiore, intervistando più persone e per un periodo più lungo; comunque, provo a riassumere il libro - e soprattutto invito le lettrici di quest'articolo a leggere il libro e dire fino a che punto vi si riconoscono.
Credo che il pensiero della Diamond risulti più chiaro se parto non dal primo capitolo, ma dal settimo, ed andando a ritroso - dell'ottavo ed ultimo capitolo parlerò brevemente in fondo.
Il punto di partenza è questo: amore e desiderio sono la stessa cosa? No; non c'è bisogno di citare dotti studi come fa la Diamond, perché basta la comune esperienza per rendersene conto. E, come ci spiega l'autrice, questo vale anche per le donne.
La Diamond divide il desiderio in due componenti: "procettività" ed "eccitabilità". La "procettività" è il pensare spontaneamente al sesso, o prendere l'iniziativa per averlo; l'"eccitabilità" è il poter essere sessualmente eccitati da una persona o situazione.
Queste componenti ci sono in ambo i sessi, ma in modo diverso: la procettività dipende fortemente dagli ormoni, e nelle donne è massima intorno all'ovulazione, mentre nei maschietti è sempre elevata - perché loro sono sempre fecondi; l'eccitabilità invece dipende molto di più dagli stimoli esterni.
Se la sessualità femminile è dominata dall'"eccitabilità", occorre cercare ciò che la stimola, e le donne sono particolarmente stimolate da quello che normalmente chiamiamo "amore".
Deve l'amore essere provato per una persona di un genere particolare? La scommessa del libro è dimostrare che non è vero.
L'amore, è l'opinione di molti studiosi, specialmente quelli che hanno fatto propria la teoria dell'attaccamento di John Bowlby, non è nato nel mondo animale come rapporto tra due partner sessuali, ma come rapporto tra genitori e figli, in quanto favorisce la sopravvivenza di questi ultimi.
Vi risparmio tutte le considerazioni etologiche e neuropsicologiche della Diamond sull'amore, volte a provare che esso non è un'illusione, ma una realtà psicologica molto concreta, e vi dico che il passo successivo è stato dall'amore tra genitori e figli all'amore come fondamento del rapporto di coppia - in diversi animali e nell'uomo.
Anche se nell'uomo ed in molti mammiferi è la madre a curarsi di più del figlio, per cui il rapporto più intenso è tra loro due, l'amore nasce senza preferenze di genere, ed anche tra due adulti può nascere un amore che supera l'inclinazione sessuale verso un genere anziché l'altro.
Questo è il caso delle grandi amicizie, come ad esempio quella tra Eleanor Roosevelt e Lorena Hickock, citata dalla Diamond in un modo che la mette contro buona parte del movimento LGBT: se molte persone pensano che l'intensità dei sentimenti reciproci qualificasse questa relazione come "lesbica", la Diamond dice che non è detto che in questo caso al grande amore siano corrisposti desiderio sessuale e rapporti sessuali - secondo lei sarebbe sbagliato quindi etichettare come lesbica questa relazione, e le molte relazioni simili che donne meno famose di loro continuano ad intrecciare.
Io non mi pronuncio: lascio alle lettrici ed ai lettori la loro opinione, ed aspetto che ulteriori ricerche svelino il mistero; quello che conta però è che non sempre le grandi amicizie rimangono tali, e spesso diventano rapporti erotici a pieno titolo.
Non c'è da stupirsene: nelle donne l'amore per una persona spesso stimola il desiderio di lei; quello che può stupire è che nelle donne questo desiderio varca più spesso le barriere del genere - e può capitare che la lesbica si innamori di un uomo, o l'etero di una donna, proprio perché l'amore nasce senza badare al genere, e può imporre al desiderio di assecondarlo. Questa è quella che la Diamond chiama "fluidità sessuale".
Alcune lesbiche italiane dicono: "Mi innamoro della persona, non della donna", e l'americana Lisa Diamond, sulla scorta anche di numerose ricerche precedenti, parla nel suo libro di "person-based attractions = attrazioni basate sulla persona" e "to be attracted 'to the person, not the gender' = essere attratte 'dalla persona, non dal genere'"; sono nozioni che molti uomini non riescono a capire, perché pensano che la sessualità femminile debba essere per forza il calco di quella maschile, per essere "normale".
Peggio per loro - la Diamond spiega chiaramente perché non può esserlo, ma basta ascoltare le donne per capirlo da soli, anziché imporre maschilisticamente alle loro esperienze delle categorie concettuali inadeguate.
Riassumendo il libro a ritroso, siamo arrivati ai primi capitoli, nei quali la Diamond riferisce di uno studio longitudinale da lei condotto tra il 1995 ed il 2005 su 89 donne non-etero, ed un gruppo di controllo di 11 donne etero - giusto per capire fino a che punto quello che lei scopriva sulle non-etero valeva anche per le etero.
Lo studio longitudinale era intervistare ogni donna ogni due anni, chiedendo specificamente se la loro identità sessuale era cambiata; poiché le classiche etichette "lesbica, bisessuale, etero" sono troppo grossolane, e molte intervistate si definivano "unlabeled = senza etichetta" proprio per questo, la Diamond ha chiesto loro di dare le percentuali di attrazione erotica e di atti sessuali con l'uno o l'altro dei generi.
La scommessa della Diamond era che queste percentuali non sarebbero rimaste inalterate - e così è stato.
Va detto innanzitutto che le percentuali più variabili sono state quelle intorno al 50%: usando cifre inventate per essere più chiari, era più facile che una donna che aveva dichiarato di avere un 60% di attrazione per le donne ed un 40% per gli uomini riferisse dopo due o quattro anni che le percentuali erano passate al 45%-65%; mentre una donna che diceva che le percentuali erano 95%-5% difficilmente sarebbe passata oltre il 90%-10%.
La Diamond riassume questi dati dicendo che nell'ambiente LGBT si pensa che una donna che ha verso il proprio genere una preferenza superiore al 75% difficilmente smette di essere lesbica - e la sua indagine conferma questa credenza. I maschietti che sono attratti dalle donne lesbiche (non mancano, ve lo posso garantire di persona) farebbero bene a ricordarsene per non diventare molesti e non mettersi in un mare di guai.
L'orientamento sessuale quindi ha la sua importanza, ed anche se la fluidità sessuale lo stempera nelle donne molto di più di quanto non lo faccia con gli uomini, non può essere ignorato. Come agisce però la fluidità?
Una regola generale che la Diamond ritiene di aver trovato (e che varrebbe anche nelle etero) è che con il tempo le donne si lasciano attrarre da una maggiore varietà di partner e stimoli - per cui una donna che inizia la sua vita sessuale con un'attrazione forte per un genere e debole per un altro col tempo svilupperebbe un'attrazione più moderata per entrambi. Negli uomini accade invece il contrario - con il tempo diventano più selettivi.
Un'altra regola che mi pare assai meglio provata è che nelle donne è di particolare importanza la personalità nel suscitare attrazione, e la Diamond la spiega molto bene dicendo che ogni persona ha qualità "legate al genere" e qualità "indifferenti al genere".
Le qualità legate al genere sono soprattutto fisiche, e sono quelle che le persone spinte dalla "procettività" ricercano volentieri; per questo i maschietti, con la procettività sempre elevata, si sono meritati la fama di badare solo o soprattutto alle misure, ed è stato notato che le donne etero sono più attratte dai maschioni alla Schwarzenegger in corrispondenza dell'ovulazione, quando la procettività sale per motivi ormonali.
Quelle indifferenti al genere sono soprattutto psicologiche, in quanto consentono di suscitare amore e la fiducia che esso venga ricambiato. Come già detto, le donne più fluide sono quelle che badano soprattutto alle qualità indifferenti al genere, e sono loro quelle che possono entrare in relazioni che contraddicono il loro orientamento sessuale.
Per alcune di loro, c'è una sola relazione di questo tipo in tutta la vita, per quanto significativa, e si può dire che sia stata proprio l'eccezionalità della persona che poi è diventata il loro partner ad innescare la relazione; in altre donne questa relazione impone di ripensare la propria identificazione sessuale - è il caso di diverse delle donne che la Diamond ha intervistato e che da un'intervista all'altra cambiano l'etichetta con cui si definiscono, magari perché all'inizio della ricerca stavano con una persona di un genere, e poi con quella di un altro.
Di solito però, sempre secondo la regola generale che in me suscita qualche dubbio, questi mutamenti vanno verso un'identità più "inclusiva" - passando da etero o lesbica a bisessuale, oppure verso il "non etichettata", proprio perché le etichette disponibili sono inadeguate.
Un caso curioso ma non insolito è quello di chi alterna i generi in una specie di "dieta dissociata erotica", ovvero alternando relazioni con le femmine a relazioni con i maschi, come se ognuno dei generi fornisse una sorta di nutrimento emotivo indispensabile ma non completamente appagante.
In un paio di casi la fluidità non ha riguardato soltanto l'orientamento sessuale, ma anche l'identità di genere: un caso che mi ha colpito è stato quello di una lesbica "butch = camionista" che ha cominciato a lavorare in un ambiente fortemente mascolino e maschilista - alla fine è diventata un transgender FtM.
Nell'altro caso la donna che divenne trans FtM era in partenza bisessuale; lei ha assunto testosterone per mascolinizzarsi e si è fatta asportare le mammelle, ma non ha voluto privarsi degli organi genitali femminili e pensa in futuro di smetterla con il testosterone per essere lei a generare il figlio della coppia (lesbica) di cui ora fa parte!
Nei due casi la fluidità ha indotto a mettere in discussione anche l'identità di genere delle due donne, che però hanno rifiutato una transizione completa, ritenendo più opportuno "sedersi sulla barriera" anziché varcarla (come Leslie Feinberg); una cosa curiosa che mi imporrà di porgere le mie scuse ad una persona (e modificare questo post su Agorà) è che queste due donne, dopo aver iniziato ad assumere il testosterone, hanno cominciato a sentire una certa attrazione sessuale ... per gli uomini gay!
Perché sia accaduto la Diamond non lo sa dire - mi fa però pensare che il fenomeno delle "frociarole", ovvero delle donne (etero o lesbiche) attratte dagli uomini gay abbia meno a che fare con la sociologia di quanto pensassi, e meriterebbe un giudizio migliore di quello che ho dato. Purtroppo ci vorrebbe un'indagine che non posso svolgere per saperne di più.
I cambiamenti indotti dalla fluidità sono raramente capiti dai maschietti, e spesso infastidiscono anche le donne meno fluide, che fanno fatica a mettersi nei panni delle più fluide; la Diamond sostiene che per capire la sessualità femminile occorre un modello che non enfatizzi la stabilità, ma che sappia alternare fasi di stabilità e cambiamenti repentini, che sono il risultato non prevedibile di piccoli eventi che si sono accumulati durante la precedente fase di stabilità.
Lei, nell'ultimo capitolo del libro, è convinta di aver trovato il modello nella teoria dei sistemi dinamici, che non mi azzardo a descrivere (non lo fa nemmeno la Diamond) perché è necessaria una buona preparazione matematica; credo che ci vorranno però molti anni prima che si possa dare una soddisfacente (anche per le signore!) rappresentazione matematica della sessualità femminile, e chi ci riuscisse meriterebbe di essere onorato più di Isaac Newton.
Ci si può chiedere se fluidità fa rima con volontarietà, e la risposta è no: i mutamenti nell'orientamento sessuale di una donna, oppure la nascita di sentimenti che contraddicono il suo orientamento sessuale, sono assolutamente involontari. La nozione di fluidità non dà ragione ai "terapeuti scassatori".
Resta l'ultimo interrogativo: la fluidità è solo una cosa femminile? Secondo la Diamond, è soprattutto femminile, e la spiegazione che ne dà sembra soddisfacente: gli uomini sono più procettivi, la procettività li induce a cercare persone con determinate caratteristiche fisiche, e non è vincolo facile da spezzare. Ed infatti gli uomini bisessuali sono molto più rari delle donne bisessuali.
La procettività, essendo fortemente legata alla fisiologia, spiega anche perché la maggior parte dei maschietti abbia un percorso molto lineare: si scoprono gay oppure etero in giovane età, e da quel momento in poi devono solo decidere se ammetterlo o nasconderlo - nelle donne, come si è visto, la cosa è molto diversa.
Come ho detto, invito tutte le lettrici a leggere il libro ed ad esprimere la loro opinione. E' in inglese, ma nemmeno tanto difficile.
Raffaele Ladu
Ci si può chiedere se fluidità fa rima con volontarietà, e la risposta è no: i mutamenti nell'orientamento sessuale di una donna, oppure la nascita di sentimenti che contraddicono il suo orientamento sessuale, sono assolutamente involontari. La nozione di fluidità non dà ragione ai "terapeuti scassatori".
Resta l'ultimo interrogativo: la fluidità è solo una cosa femminile? Secondo la Diamond, è soprattutto femminile, e la spiegazione che ne dà sembra soddisfacente: gli uomini sono più procettivi, la procettività li induce a cercare persone con determinate caratteristiche fisiche, e non è vincolo facile da spezzare. Ed infatti gli uomini bisessuali sono molto più rari delle donne bisessuali.
La procettività, essendo fortemente legata alla fisiologia, spiega anche perché la maggior parte dei maschietti abbia un percorso molto lineare: si scoprono gay oppure etero in giovane età, e da quel momento in poi devono solo decidere se ammetterlo o nasconderlo - nelle donne, come si è visto, la cosa è molto diversa.
Come ho detto, invito tutte le lettrici a leggere il libro ed ad esprimere la loro opinione. E' in inglese, ma nemmeno tanto difficile.
Raffaele Ladu
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