http://www.advocate.com/News/Daily_News/2011/08/19/Insurance_Companies_Provide_Fair_Ground_to_Gay_Couples/
Si dovrebbe mettere il proprio denaro dove sta il proprio cuore, ma qualche volta va bene il contrario.
L'articolo citato infatti dice che alcune compagnie assicurative americane stanno cominciando ad estendere alle persone LGBT impegnate in un matrimonio omosessuale, unione civile, convivenza legalizzata [domestic partnership], gli stessi sconti che offrono alle persone etero nella medesima situazione (cioè circa il 10% della polizza RC auto che pagano i single).
Come ha spiegato Dick Luedke, portavoce di State Farm, una di queste compagnie, le persone sposate fanno meno incidenti, e non ha importanza chi hanno sposato. Il matrimonio è sempre matrimonio.
Considerato che le compagnie assicurative che non facessero accurate statistiche sui sinistri e sui loro autori si troverebbero presto fuori mercato, perché sbaglierebbero a calcolare il prezzo della polizza (se fosse troppo basso, fallirebbero; se fosse troppo alto, verrebbero sbaragliate dalla concorrenza), si può dire che codeste compagnie stanno smentendo alla grande gli omofobi del loro paese e del nostro.
Non dobbiamo chiamare ciò che chiediamo "matrimonio gay", ma "eguaglianza nel matrimonio", perché sta diventando sempre più evidente che stiamo chiedendo non un privilegio, ma lo sviluppo di tutte le potenzialità del matrimonio, coartate dalle attuali discriminazioni.
Raffaele Ladu
Si dovrebbe mettere il proprio denaro dove sta il proprio cuore, ma qualche volta va bene il contrario.
L'articolo citato infatti dice che alcune compagnie assicurative americane stanno cominciando ad estendere alle persone LGBT impegnate in un matrimonio omosessuale, unione civile, convivenza legalizzata [domestic partnership], gli stessi sconti che offrono alle persone etero nella medesima situazione (cioè circa il 10% della polizza RC auto che pagano i single).
Come ha spiegato Dick Luedke, portavoce di State Farm, una di queste compagnie, le persone sposate fanno meno incidenti, e non ha importanza chi hanno sposato. Il matrimonio è sempre matrimonio.
Considerato che le compagnie assicurative che non facessero accurate statistiche sui sinistri e sui loro autori si troverebbero presto fuori mercato, perché sbaglierebbero a calcolare il prezzo della polizza (se fosse troppo basso, fallirebbero; se fosse troppo alto, verrebbero sbaragliate dalla concorrenza), si può dire che codeste compagnie stanno smentendo alla grande gli omofobi del loro paese e del nostro.
Non dobbiamo chiamare ciò che chiediamo "matrimonio gay", ma "eguaglianza nel matrimonio", perché sta diventando sempre più evidente che stiamo chiedendo non un privilegio, ma lo sviluppo di tutte le potenzialità del matrimonio, coartate dalle attuali discriminazioni.
Raffaele Ladu
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